In questi anni il Tabernario è stato più volte vittima di crisi di identità, non per colpa nostra a dire il vero, anzi, come spesso capita la colpa non è di nessuno, sono cose che semplicemente accadono, come l’abuso di panna nei piatti degli anni ottanta o il passaggio di Calhanoglu dal Milan all’Inter.
Ecco allora che talvolta il Tabernario è stato scambiato per quello che non è, un po’ perché noi, innamorati dei tapas bar di San Sebastian, abbiamo provato per un po’ a surfare come si fa da quelle parti fra l’essere un posto dove si mangia e un posto dove si beve senza reali cesure fra i due mondi, e un po’ perché in fondo non basta l’oceano a trasformare Sondrio in una cittadina spagnola, anzi basca.
Da un anno a questa parte, come sapete, abbiamo di nuovo cambiato pelle e dato che capita ancora di trovarsi alle prese con le crisi di identità, abbiamo deciso di rendere chiaro a tutti quid est Tabernario, buttando giù una lista brutale di quello che siamo, ovvero:
- Un’enoteca con forno dedicata prima di tutto agli amanti del vino
- Un locale dove condividere il tempo, una bella bottiglia accompagnata da una pala appetitosa o un cestino di fritti
- Un rifugio per chi apprezza la birra artigianale
- L’ università del Gin Tonic e dei distillati pregiati da meditazione
- Il posto più figo del mondo
Insomma, con la diplomazia che da sempre ci distingue, noi abbiamo gettato la maschera: questo è il Tabernario e questo è quello che siamo; quindi se siete alla ricerca di una Margherita e Coca Cola, o di uno Spritz, o peggio di una birra piccola o una panaché (non sappiamo neanche se si scrive così tanto la disprezziamo) preparatevi a scoprire un mondo nuovo e molto più divertente!
Noi siamo il Tabernario, e come si suol dire: basta la parola!